Claudio Zenorini nasce il 2 Maggio 1950 a Pescantina, in provincia di Verona, dove trascorre la sua infanzia; proprio da questo periodo trarrà, poi, alcune ispirazioni per una fase della sua opera. Da sempre appassionato di volo, frequenta come pilota l’aeroporto di Boscomantico (Verona), le cui ambientazioni familiari colorerà poi su varie tavole dalle atmosfere immaginifiche.
Autodidatta per i primissimi tempi, frequenta in seguito il Centro di Educazione Espressiva del maestro Teodorico Battaglini, autore anche di varie pubblicazioni sulle tecniche pittoriche; inizialmente indirizza la sua passione per la pittura e il disegno verso ritratti caricaturali a matita. Nel contempo si diletta nell’uso dell’aerografo.
Oggi i suoi lavori sono rivolti alla creazione di opere dai tratti surreali, onirici. Claudio Zenorini, attraverso l’utilizzo dei colori alchidici con tecnica ad olio, in un primo tempo porta a riverberare sulla tela immagini e ricordi senza coordinate ma, allo stesso modo, caratterizzati da una visione intimistica e nostalgica della vita e del passato. Paesaggi innevati, comignoli fumanti, cieli notturni, scorci di villaggi emergono dalla memoria dell’autore che spesso li vuole riprodotti anche su biglietti augurali natalizi. Cartoncini che non tradiscono l’originaria ammirazione per le cose perse e i tempi scorsi che le opere di Claudio Zenorini sembrano in qualche modo sempre portare con sé.
Attualmente la sua produzione artistica si è impadronita di ambientazioni chimeriche senza spazio e senza tempo: piccoli mondi sospesi nel nulla, a volte pullulanti di vita, a volte colmi di solitudini e, senz’altro, silenzi. Ma anche scenografie incastonate in deserti aridi e assolati, a fare da sfondo a ritagli di vita irreale ma pur sempre vera, nella sua essenza umana e materiale. Sulla tavola ritroviamo sguardi verso orizzonti che solo il soggetto di spalle potrebbe narrare ma che sono preclusi al mero senso della vista: esisterà mai quel mondo oltre la collina? E di che forme sarà permeato? O, forse, si tratterà solo di un miraggio, di quel momento che si manifesta poco prima del risveglio, sospeso come un asteroide dell’autore, fra il sogno e la realtà?
